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Angurie in cerca di conferma
Dalla produzione alla distribuzione, il sentiment dei protagonisti della filiera
Le angurie, nella Gdo italiana, sono reduci da una campagna positiva. Secondo i dati elaborati dal Monitor Ortofrutta di Agroter, nel 2021 le vendite a volume nella distribuzione moderna sono cresciute del 14% rispetto all'anno precedente - profondamente influenzato dalla pandemia - e questo conferma l'alternarsi di annate di alti e bassi a livello di consumi per questa referenza, una delle più importanti del paniere frutticolo.
Nell'ultimo anno è stato positivo anche il trend del prezzo medio mix (+1,9%). Cosa aspettarsi per la nuova campagna ormai ai nastri di partenza? Lo abbiamo chiesto ad alcuni protagonisti del comparto, sia del mondo distributivo che di quello produttivo.
LA DISTRIBUZIONE
Dalla distribuzione moderna all'ingrosso, con Giampiero Perla, titolare della BDL Rimini.
Per quanto riguarda i trend varietali, il grossista ha le idee chiare. “Il mercato tradizionale vuole ancora le angurie di grossa pezzatura, che sono ritenute superiori dal punto di vista del sapore rispetto alle nuove varietà di medio-piccolo calibro. Infatti, occorre considerare che rispetto alla Gdo, il dettagliante porziona le angurie in funzione della richiesta del cliente, quindi non c’è l’esigenza di offrirgli un frutto più piccolo. Pensando alla campagna 2022 – conclude Perla – è probabile che sia una annata di scarica, in quanto diversi produttori hanno destinato dal 15 al 20% in meno delle superfici a questa coltura, a causa soprattutto dei rincari, spostandosi invece sui seminativi come il grano”.
LA PRODUZIONE
Passando all'evoluzione del mercato, Testa ravvisa le performance migliori "nell’anguria tradizionale tagliata, in particolare nella versione a quarti, con garanzia visiva della qualità e della corretta maturazione del prodotto, nonché soluzione ideale per evitare gli sprechi e il trasporto di frutti troppo pesanti. In fatto di volume d’affari, ovviamente la leadership è mantenuta dal cocomero classico: crescono sì le richieste di mini angurie, ma personalmente ritengo ci sia uno spread tra quanto appare nelle comunicazioni di settore ed il reale trend di consumo: ne è riprova il fatto che nelle ultime annate ci sono stati momenti di eccessiva offerta. Soprattutto nelle fasi di picco della campagna, con garanzie di elevato grado brix e battuta di cassa accessibile, le angurie di maggior dimensione non vedono per nulla disperso il proprio appeal di vendita. Detto questo, conosciamo tutti le ottime recenti performance da parte del formato midi, a buccia scura o striata, nonché delle scelte dei consumatori, le quali sembrano orientarsi sempre più verso un peso non eccessivo".
Una riduzione dei programmi dedicati all'anguria è confermata anche da Ortofrutta Castello di Stanghella, in provincia di Padova.
La maggior parte della produzione di Ortofrutta Castello è venduta in Italia, ma l’azienda sta cercando di ampliare gli orizzonti dell’export, che considera una valvola di sfogo nel momento in cui il mercato nazionale è saturo. “Il Paese estero che assorbe maggiormente le nostre angurie è la Germania, ma dato che il consumo dipende dalle temperature, lo scorso anno abbiamo avuto problemi perché metà Paese è stato spesso interessato da forti piogge. In più – conclude Spigolon - non è da sottovalutare la concorrenza di Turchia, Grecia, Ungheria e Serbia, anche se quest’anno le programmazioni di questi ultimi Stati sono in calo”.
Alberto Nocera, presidente di Agrieuropa, cooperativa di Terracina (Latina), spiega invece di aver investito sulla mini anguria.
Agrieuropa commercializza per la maggior parte verso le grandi catene del Nord Europa e in misura minore in Nord Italia. “I veri problemi – commenta Nocera – quest’anno sono rappresentati dai rincari dei costi di produzione e dalle conseguenze del conflitto in Ucraina. I costi di produzione sono quasi quadruplicati, li stimiamo a 0,19 euro il chilogrammo, ma poi ci sono anche gli aumenti del cartone e del legno utilizzati per gli imballaggi: per questo motivo speriamo che i prezzi di mercato possano alzarsi un po’ rispetto alla campagna del 2021. Sicuramente anche il conflitto in corso in Ucraina peserà dal punto di vista della distribuzione e non sarà più facile come prima”.
Scendendo in Campania, a Bellona (Caserta) c'è l'Ortofrutticola Del Ponte.
Da qualche giorno in Sicilia è già iniziata la raccolta delle baby angurie: “La campagna si prospetta abbastanza positiva, speriamo che le temperature possano rimanere costanti. Quest’anno non abbiamo avuto problemi di gelate come anno scorso – conclude Giudicianni - ma dobbiamo fare i conti con l’aumento costante delle materie prime, come fertilizzanti, plastica, ali gocciolanti, gasolio...”.
IL COMMENTO DI NUNHEMS
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