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26 aprile 2022
Novità ed eventi

Angurie in cerca di conferma

Dalla produzione alla distribuzione, il sentiment dei protagonisti della filiera


Le angurie, nella Gdo italiana, sono reduci da una campagna positiva. Secondo i dati elaborati dal Monitor Ortofrutta di Agroter, nel 2021 le vendite a volume nella distribuzione moderna sono cresciute del 14% rispetto all'anno precedente - profondamente influenzato dalla pandemia - e questo conferma l'alternarsi di annate di alti e bassi a livello di consumi per questa referenza, una delle più importanti del paniere frutticolo.

Nell'ultimo anno è stato positivo anche il trend del prezzo medio mix (+1,9%). Cosa aspettarsi per la nuova campagna ormai ai nastri di partenza? Lo abbiamo chiesto ad alcuni protagonisti del comparto, sia del mondo distributivo che di quello produttivo.

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LA DISTRIBUZIONE

È ancora presto per sbilanciarsi in previsioni. La situazione di mercato è in continua evoluzione e sappiamo bene come il consumo di anguria sia condizionato dal meteo. Credo che a livello italiano ci sia una sensibile diminuzione delle superfici, con i piccoli produttori che si sono spostati su altre colture: un trend simile a quello del melone. Nei punti vendita ci sarà un ulteriore consolidamento del prodotto tagliato
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Emanuele Tulli

Responsabile acquisti ortofrutta Ce.di. Marche, società cooperativa di Camerata Picena (Ancona) associata a Selex Gruppo Commerciale

Dalla distribuzione moderna all'ingrosso, con Giampiero Perla, titolare della BDL Rimini

L'ultima campagna commerciale è stata in chiaroscuro per l’anguria. Se la prima parte, con il prodotto in serra del Sud Italia, è stata positiva, nella fase tardiva della stagione c’è stato un incremento dell’offerta che ha determinato un ribasso dei prezzi. È stato un peccato, perché a livello qualitativo il prodotto è sempre stato eccellente. A parte l’offerta il mercato dell’anguria è fortemente influenzato dal clima. Probabilmente è il prodotto estivo più suscettibile alle bizze del meteo, anche più del melone. Se non è caldo, non si vendono angurie, c’è poco da fare.
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Giampiero Perla

Titolare della BDL Rimini

Per quanto riguarda i trend varietali, il grossista ha le idee chiare. “Il mercato tradizionale vuole ancora le angurie di grossa pezzatura, che sono ritenute superiori dal punto di vista del sapore rispetto alle nuove varietà di medio-piccolo calibro. Infatti, occorre considerare che rispetto alla Gdo, il dettagliante porziona le angurie in funzione della richiesta del cliente, quindi non c’è l’esigenza di offrirgli un frutto più piccolo. Pensando alla campagna 2022 – conclude Perla – è probabile che sia una annata di scarica, in quanto diversi produttori hanno destinato dal 15 al 20% in meno delle superfici a questa coltura, a causa soprattutto dei rincari, spostandosi invece sui seminativi come il grano”. 

LA PRODUZIONE

Le premesse sembrano essere quelle di una campagna sensibilmente più complicata rispetto alla media. Pressoché tutti gli areali mostrano una decrescita nelle superfici coltivate e pesa l'ingente rincaro dei fattori produttivi, unito a una marginalità non sempre adeguata: questo ha fatto propendere per scelte conservative per minimizzare i rischi. C'è poi un ulteriore elemento che frena le estensioni: la sempre maggior difficoltà di reperimento della manodopera stagionale, connessa in primis alle dinamiche pandemiche, oltre che a questioni politico-economico-sociali. Tra le varie tipologie, l’anguria tradizionale dovrebbe essere quella maggiormente interessata da una possibile carenza di offerta, rispetto alle varietà più piccole e negli ultimi anni considerate sulla cresta dell’onda.
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Matteo Testa

Direttore Commerciale San Lidano Group di Sezze (Latina)

Passando all'evoluzione del mercato, Testa ravvisa le performance migliori "nell’anguria tradizionale tagliata, in particolare nella versione a quarti, con garanzia visiva della qualità e della corretta maturazione del prodotto, nonché soluzione ideale per evitare gli sprechi e il trasporto di frutti troppo pesanti. In fatto di volume d’affari, ovviamente la leadership è mantenuta dal cocomero classico: crescono sì le richieste di mini angurie, ma personalmente ritengo ci sia uno spread tra quanto appare nelle comunicazioni di settore ed il reale trend di consumo: ne è riprova il fatto che nelle ultime annate ci sono stati momenti di eccessiva offerta. Soprattutto nelle fasi di picco della campagna, con garanzie di elevato grado brix e battuta di cassa accessibile, le angurie di maggior dimensione non vedono per nulla disperso il proprio appeal di vendita. Detto questo, conosciamo tutti le ottime recenti performance da parte del formato midi, a buccia scura o striata, nonché delle scelte dei consumatori, le quali sembrano orientarsi sempre più verso un peso non eccessivo". 

 

Una riduzione dei programmi dedicati all'anguria è confermata anche da Ortofrutta Castello di Stanghella, in provincia di Padova.

Le previsioni sono molto incerte per la prossima stagione, che in Sicilia inizierà a breve. È una campagna difficile da gestire per la situazione economica e per gli imprevedibili prezzi di vendita. Dopo diverse tipologie immesse sul mercato, la tendenza dei consumi è quella di tornare verso le angurie tradizionali. Ciò che dovrebbe mantenere una buona quota di mercato anche quest’anno, sono i frutti da 6/7 kg e le angurie nere, tipologie su cui abbiamo concentrato i maggiori investimenti. La nera tra i 4 e i 6 chilogrammi lo scorso anno è stata molto apprezzata. Pensiamo sia una valida alternativa a quella tradizionale. Grandi riscontri li ha ottenuti anche l’anguria senza semi tra i 7 e i 10 kg.
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Andrea Spigolon

Responsabile tecnico di Ortofrutta Castello

La maggior parte della produzione di Ortofrutta Castello è venduta in Italia, ma l’azienda sta cercando di ampliare gli orizzonti dell’export, che considera una valvola di sfogo nel momento in cui il mercato nazionale è saturo. “Il Paese estero che assorbe maggiormente le nostre angurie è la Germania, ma dato che il consumo dipende dalle temperature, lo scorso anno abbiamo avuto problemi perché metà Paese è stato spesso interessato da forti piogge. In più – conclude Spigolon - non è da sottovalutare la concorrenza di Turchia, Grecia, Ungheria e Serbia, anche se quest’anno le programmazioni di questi ultimi Stati sono in calo”. 

 

Alberto Nocera, presidente di Agrieuropa, cooperativa di Terracina (Latina), spiega invece di aver investito sulla mini anguria.

A questa tipologia abbiamo dedicato metà delle nostre superfici, estese su un totale di 400 ettari sia in campo aperto che in serra. Nell’altra metà dei nostri terreni, continueremo invece con la coltivazione dell’anguria tradizionale. Crediamo molto nella produzione biologica e con l’anguria pensiamo di essere avvantaggiati considerato che il frutto richiede pochissimi trattamenti
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Alberto Nocerca

Presidente di Agrieuropa

Agrieuropa commercializza per la maggior parte verso le grandi catene del Nord Europa e in misura minore in Nord Italia. “I veri problemi – commenta Nocera – quest’anno sono rappresentati dai rincari dei costi di produzione e dalle conseguenze del conflitto in Ucraina. I costi di produzione sono quasi quadruplicati, li stimiamo a 0,19 euro il chilogrammo, ma poi ci sono anche gli aumenti del cartone e del legno utilizzati per gli imballaggi: per questo motivo speriamo che i prezzi di mercato possano alzarsi un po’ rispetto alla campagna del 2021. Sicuramente anche il conflitto in corso in Ucraina peserà dal punto di vista della distribuzione e non sarà più facile come prima”.

 

Scendendo in Campania, a Bellona (Caserta) c'è l'Ortofrutticola Del Ponte.

La nostra azienda dedica all’anguria tradizionale e alla baby anguria un totale di 800 ettari, suddivisi tra le aree di produzione siciliane, della Piana del Sele e di Caserta. Finora la maggior parte delle superfici (600 ettari) sono dedicate all’anguria tradizionale ma sono circa 3-4 anni che stiamo investendo nella baby anguria: ogni anno diminuiamo del 10% le superfici della coltura tradizionale per lasciare spazio alle mini.

Michele Giudicianni

Amministratore dell'Ortofrutticola Del Ponte

Da qualche giorno in Sicilia è già iniziata la raccolta delle baby angurie: “La campagna si prospetta abbastanza positiva, speriamo che le temperature possano rimanere costanti. Quest’anno non abbiamo avuto problemi di gelate come anno scorso – conclude Giudicianni - ma dobbiamo fare i conti con l’aumento costante delle materie prime, come fertilizzanti, plastica, ali gocciolanti, gasolio...”.

IL COMMENTO DI NUNHEMS

In un contesto sfidante come quello di quest'anno, per riuscire a stare sul mercato è importante per le aziende innovare e diversificare, per cercare di captare le nuove opportunità derivanti dal cambiamento delle abitudini al consumo che vedono la preferenza di angurie di pezzatura più ridotta o a fette, oltre a rimarcare, per precise fasce di consumo, una predilezione per le senza semi.

Diversificare quindi l’offerta commerciale per ridurre i rischi ed andare a carpire le opportunità che ci sono sul mercato.

Noi di BASF, grazie alla nostra competenza e la nostra gamma, forniamo soluzioni che abbracciano tutta la filiera, offrendo prodotti a marchio Nunhems in grado di soddisfare sia il produttore che in ultimo il consumatore.

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Fabio Morra

Sales Specialist melone e anguria Centro-Sud di BASF

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Il sito Nunhems Italy di Sant'Agata Bolognese (BO)

Fabio Morra
Fabio Morra
Sales Specialist Peperone Italia Continentale

Informazioni sulla divisione Agricultural Solutions di BASF
Con una popolazione in rapida crescita, il mondo dipende sempre più dalla nostra capacità di sviluppare e mantenere un’agricoltura sostenibile e ambienti sani. In collaborazione con gli agricoltori, i professionisti del settore agroindustriale, gli esperti nella gestione degli infestanti e molti altri, il nostro ruolo è quello di contribuire a rendere ciò possibile. Questo è il motivo per cui investiamo in una solida filiera di Ricerca Sviluppo e in un portafoglio molto ampio, che comprende sementi e tratti genetici, difesa delle colture chimica e biologica, gestione dei terreni, salute delle colture, antiparassitari e agricoltura digitale. Con team di esperti in laboratorio, nei campi, nell’amministrazione e nella produzione, sappiamo coniugare un modo di pensare innovativo con azioni concrete per mettere a punto idee che funzionino nel mondo reale – per gli agricoltori, la società e il pianeta. Nel 2021, la nostra divisione ha generato un fatturato di 8.2 miliardi di euro. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito Internet www.agriculture.basf.com o uno dei nostri canali sui social media.

Informazioni su BASF
In BASF creiamo chimica per un futuro sostenibile. Uniamo al successo economico la tutela dell’ambiente e la responsabilità sociale. Più di 122.000 collaboratori del Gruppo lavorano per contribuire al successo dei clienti, in quasi tutti i settori industriali e in ogni Paese del mondo. Il nostro portafoglio prodotti è organizzato in cinque segmenti: Chemicals, Materials, Industrial Solutions, Surface Technologies, Nutrition & Care and Agricultural Solutions. Nel 2021 BASF ha generato vendite pari a 78.6 miliardi di euro. BASF è quotata nelle Borse di Francoforte (BAS) e negli Stati Uniti come American Depositary Receipts (BASFY). Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito: www.basf.com/global/en.html

Ultimo aggiornamento 26 aprile 2022