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28 febbraio 2023
Novità ed eventi

Estate 2023, luci ed ombre della manodopera in Italia

Crescono i lavoratori stranieri

 

Il 2022 sarà ricordato come un anno nero sotto il profilo della manodopera. Su oltre 100mila richieste di lavoratori da impiegare nel periodo estivo per la raccolta di frutta e verdura, questa la stima riportata dalle associazioni di categoria, la disponibilità data dal decreto flussi era di soli 42mila lavoratori stranieri. Quest’anno la situazione potrebbe non essere molto diversa. 

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A fine gennaio è infatti stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il nuovo decreto di programmazione transitoria dei flussi d’ingresso dei lavoratori non comunitari nel nostro Paese, fissando a 82.705 la quota annuale, in aumento di 13mila unità rispetto allo scorso anno. Di questi, solo 44mila, quindi duemila in più dell’anno passato, sono attesi nelle campagne. 

Un numero che difficilmente riuscirà a mettere una toppa in quella che sarà l’effettiva esigenza di lavoratori da impiegare nella raccolta dei prodotti, tra cui rientrano da primavera anche meloni e successivamente le angurie. Il click day, ovvero il giorno dell’invio delle domande è fissato al 27 marzo, quindi non è possibile attualmente sapere quale sia la richiesta di manodopera, ma nel frattempo fino al 22 marzo si possono precompilare i moduli sul portale servizi del Ministero dell’Interno all’indirizzo https://portaleservizi.dlci.interno.it.

Dalle associazioni, intanto, è arrivata la smentita del “prima gli italiani”. Il nuovo Decreto Flussi prevede infatti che il datore di lavoro verifichi presso il centro per l’impiego, prima di fare domanda, la presenza di lavoratori già sul territorio disponibili a svolgere lo stesso mestiere. Questo però non riguarda i lavoratori stagionali agricoli, il che rappresenta una buona notizia dal punto di vista burocratico. 

Se guardiamo allo scorso anno, stando al portale StranieriInItalia.it nel 2022 i lavoratori stranieri effettivamente impiegati tramite il Decreto Flussi, sui 69mila previsti sono stati poco più di 50mila, con 4.200 pareri negativi e duemila rinunce. Un sistema quindi che va necessariamente rivisto, considerato che i lavori svolti dagli stranieri non sono appetibili per gli italiani.

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Per il prossimo anno sono previste ulteriori modifiche alla misura. Dopo aver anticipato a dicembre l’idea di un decreto flussi biennale, ripreso in qualche intervento anche dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, recentemente Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, ha dichiarato che il prossimo decreto flussi premierà i Paesi virtuosi.  

I Paesi che faranno gli accordi con l’Italia avranno la possibilità di inviare più migranti regolari, formati nel loro Paese, pronti a venire a lavorare qui.

Antonio Tajani

Vicepremier e Ministro degli Esteri

Estero, lo stesso film

Il tema della carenza di manodopera non riguarda solo l’Italia. A livello europeo lo stesso problema si è riproposto in Gran Bretagna, dove da un paio di anni a causa dell’entrata in vigore della Brexit si sono persi gli stagionali provenienti dall’Est Europa. Questo ha portato i coltivatori inglesi a rivedere al ribasso i propri volumi produttivi per non lasciar marcire i prodotti in campo. Come emerge da un sondaggio realizzato dal sindacato National Farmers Union, per lo stesso motivo nei primi mesi del 2022 nelle campagne è rimasto abbandonato un raccolto del valore di 26 milioni di euro per un totale di ben 500mila posti vacanti solo in agricoltura.

In Francia non va meglio. Anche qui la scorsa primavera l'indagine di Pole Emploi, l’agenzia pubblica francese per il lavoro, rivelava che mancavano 120mila lavoratori agricoli.

 

Crescono i lavoratori stranieri

Il settimo censimento generale dell’agricoltura pubblicato dall’Istat nel 2020 mette in luce un aumento della manodopera non familiare rispetto a quella familiare. Questo trend evidenzia più marcatamente rispetto al passato l’evoluzione dell’agricoltura italiana verso forme gestionali maggiormente strutturate, che si avvalgono anche appunto di manodopera salariata.

Nel 2020 la presenza di manodopera non familiare rappresentava il 47% delle persone complessivamente impegnate nelle attività agricole (quasi 2,8 milioni), a fronte del 24,2% del 2010 (con una crescita quindi di 22,8 punti percentuali), e con un’incidenza del 32% sul totale di circa 214 milioni di giornate standard lavorate.

La presenza della manodopera straniera tra i lavoratori non familiari si è accentuata nel decennio. Nel 2020 è straniero circa un lavoratore su tre (uno su quattro nel 2010). Il ricorso a manodopera straniera (Ue e extra Ue) è particolarmente diffuso tra le forme contrattuali più flessibili, lavoratori saltuari e non assunti direttamente dall’azienda. In quest’ultima categoria, il 45% dei lavoratori non è di nazionalità italiana e ben il 29% proviene da Paesi extra Ue.

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Analizzando gli stagionali stranieri che prestano lavoro nel nostro Paese, secondo uno studio del Crea basato sui dati Inps del 2017, il 14,8% proviene dall'Europa orientale, a seguire dal Nord Africa (4,6%), dall'Europa meridionale (4,53%) e dall'Asia meridionale (4,52%). Secondo il Dossier Idos, i 358mila lavoratori impegnati nei campi e negli allevamenti forniscono oltre il 29% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore.

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Ultimo aggiornamento 28 febbraio 2023