Italia
25 marzo 2025

Novità ed eventi

Melone, si preannuncia una campagna sotto il segno della stabilità

Dal Sud al Nord Italia, trapianti in linea con lo scorso anno, con il clima che rimane un’incognita.

Stessa dinamica anche in Spagna e Francia. Maggiori criticità in Marocco a causa dell’emergenza idrica.

La campagna del melone 2025 si apre sotto il segno della stabilità. È quanto emerge dalle analisi condivise da stakeholder italiani ed europei, che delineano un quadro in continuità con l’annata precedente.

Per l’Italia, si tratta di un segnale incoraggiante: dopo anni di calo progressivo delle superfici coltivate, il comparto sembra aver trovato un nuovo equilibrio. Tra il 2014 e il 2024, infatti, gli ettari dedicati alla melonicoltura sono passati da poco più di 18.000 a meno di 16.000, segnando un progressivo ridimensionamento.

A sostenere il settore negli ultimi anni sono stati i prezzi mediamente elevati, che hanno dato nuova fiducia ai produttori. Tuttavia, le sfide non mancano: il cambiamento climatico, sempre più difficile da gestire, l’aumento dei costi di produzione e l’emergere di nuovi patogeni continuano a mettere alla prova la tenuta del sistema.

Nonostante tutto, la melonicoltura italiana dimostra resilienza. Il comparto tiene, grazie anche alla capacità delle aziende di adattarsi a uno scenario in continua evoluzione.

Parenti (BASF | Nunhems): “Superfici stabili per il melone, ma il clima crea incertezza”

Simona Parenti - Account Manager anguria e melone Nord Italia di BASF | Nunhems

Simona Parenti, Account Manager anguria e melone per il Nord Italia di BASF | Nunhems, offre un’analisi dettagliata della situazione lungo la penisola, evidenziando una sostanziale stabilità delle superfici coltivate a melone, nonostante le condizioni climatiche altalenanti."In linea generale, le superfici investite a melone risultano stabili rispetto allo scorso anno, anche se la stagione è partita sotto il segno dell’incertezza: forti piogge al Nord e siccità al Sud hanno condizionato le prime fasi decisionali, soprattutto nell’areale Pugliese dove si potrebbe verificare un calo delle superfici" spiega Parenti.

In Sicilia, il quadro appare positivo: "Le piante stanno crescendo bene, senza particolari criticità, e gli investimenti produttivi sono in linea con quelli dell’anno precedente".

Spostandosi nel viterbese, si segnalano le maggiori difficoltà: "Le piogge intense stanno ostacolando l’ingresso in campo per i trapianti sotto tunnellino, e questo potrebbe determinare un accumulo delle operazioni e dei raccolti in una finestra temporale troppo ravvicinata".

Sul fronte varietale, Simona Parenti segnala un cambio di tendenza dopo anni di crescita costante del melone liscio: "Dopo essere uscito dalla sua nicchia e aver guadagnato terreno fino a diventare un vero protagonista del mercato nazionale, il melone liscio sembra ora aver raggiunto un punto di equilibrio con le quote del melone retato".

Per quanto riguarda il contesto internazionale, "a livello europeo e africano, il panorama del melone non presenta grandi variazioni rispetto al 2024. Registriamo una lieve flessione in Marocco, legata alla scarsità d’acqua: è ormai il terzo anno consecutivo che il governo marocchino impone restrizioni all’uso irriguo in agricoltura, e questo ha avuto un impatto diretto sulle superfici coltivate," spiega Parenti.

In Spagna e Francia, lo scenario resta sostanzialmente stabile, anche se si segnalano alcune tendenze da monitorare: "In Spagna le informazioni che circolano tra gli operatori indicano un possibile calo degli investimenti nella varietà Piel de Sapo nel periodo tardivo, a favore dell’anguria. In Francia gli ettari destinati al melone Charentais non hanno subito variazioni significative. L’unico cambiamento degno di nota è rappresentato da uno spostamento delle superfici coltivate dalla zona centro-occidentale verso l’area sud-orientale del Paese."

Infine, un breve accenno alla campagna di importazione oltreoceano: "Il flusso di prodotto importato, fino ad ora, è stato regolare e senza particolari criticità," conclude Parenti.

Il punto coi protagonisti della produzione

Bruno Francescon - Presidente OP Francescon

Per comprendere le prospettive della nuova campagna melonicola, abbiamo raccolto le impressioni di alcuni protagonisti del settore. Bruno Francescon, presidente di OP Francescon, traccia un quadro di relativa stabilità, smentendo le preoccupazioni legate alle piogge nel mantovano.

"Ho letto di possibili problemi dovuti al maltempo, ma sono tutte esagerazioni. Nel mantovano siamo abituati alle piogge e la gestione idraulica è efficiente: i terreni sono baulati, i canali consortili ben curati e le inondazioni sono rarissime. Quando piove, l’acqua defluisce rapidamente", spiega Francescon.

A conferma di questa resilienza, il presidente di OP Francescon ricorda che lo scorso anno, tra aprile e giugno, sono caduti 800 mm di pioggia, per un totale annuo di 1.100 mm (contro una media di 700 mm), e, nonostante ciò, la perdita produttiva si è limitata al 20-30%.

"Ad oggi, nella nostra zona di Rodigo, la situazione è nella norma. È vero, ha piovuto, ma nulla di straordinario. Nel basso mantovano, dove i terreni sono più argillosi, possono esserci state più criticità, ma in generale siamo nei parametri di una stagione regolare. Abbiamo terminato i trapianti in serra e iniziato quelli in campo aperto sotto tunnellino, tutto procede senza intoppi", aggiunge.

Sul fronte delle superfici, Francescon conferma che il mantovano non ha subito riduzioni: "A differenza di altri poli produttivi, qui la melonicoltura è ben radicata e non ha perso ettari. Molte aziende sono iperspecializzate e particolarmente resilienti. L’unico problema che vedo è la mancanza di ricambio generazionale, ma questa è una criticità che riguarda l’intero comparto ortofrutticolo italiano."

Situazione regolare in Sicilia, qualità ottima in Senegal

Guardando alla Sicilia, Francescon riferisce di una campagna che si sviluppa senza particolari problemi: "Le temperature miti hanno favorito le allegagioni senza creare criticità fitosanitarie. Sono leggermente in anticipo rispetto alla media stagionale, ma il clou della raccolta resta fissato tra la metà di aprile e fine maggio".

Sul fronte nazionale, le superfici destinate al melone sembrano essersi stabilizzate dopo anni di calo. "I costi di produzione elevati hanno ridotto la possibilità di espansione: oggi il melone è una coltura per aziende strutturate, capaci di competere sul mercato", osserva Francescon.

Anche la durata della campagna non dovrebbe riservare sorprese: "Nel mantovano, dopo settembre, la qualità del melone diventa difficile da mantenere. A ottobre si arriva al limite, perché bastano 2-3 giorni di nebbia per compromettere i frutti, senza contare gli sbalzi termici", precisa.

Infine, un commento sulla campagna precoce dal Senegal: "Abbiamo allungato il calendario grazie al prodotto senegalese e, tutto sommato, la stagione sta andando bene. C’è stata una leggera carenza di prodotto per via di temperature più fredde del solito, ma questo potrebbe allungare la campagna. In ogni caso, siamo molto soddisfatti della qualità organolettica dei frutti".

Sul fronte delle varietà, l’assetto resta sostanzialmente invariato, ma con una novità interessante: "Quest’anno abbiamo introdotto alcune varietà simili al melone retato siciliano tradizionale, con alto grado Brix, polpa rossa e lunga conservazione", conclude Francescon.

Cagna (Agricola Don Camillo): “Campagna nel segno della stabilità, ma è presto per previsioni”

Ettore Cagna - Presidente Agricola Don Camillo

Anche per Ettore Cagna, presidente di Agricola Don Camillo, la campagna melonicola 2025 si preannuncia all’insegna della stabilità, pur con le dovute cautele:
"È ancora un po’ presto per esprimere giudizi definitivi, perché sappiamo bene quanto rapidamente possa cambiare il quadro produttivo. Attualmente siamo nel pieno della campagna oltremare, che procede a corrente alternata, condizionata dalle oscillazioni del meteo".

In Italia, come di consueto, sarà la Sicilia ad aprire le danze: "I trapianti si stanno svolgendo in linea con la media degli ultimi anni e anche la stagione, nel suo complesso, sembra attestarsi nella norma. I primi volumi interessanti dovrebbero arrivare da fine aprile e protrarsi per circa un mese. Commercialmente parlando, con la Pasqua fissata al 20 aprile, sarebbe ideale avere una buona disponibilità già per quella data. Ma, ripeto, è ancora presto per fare previsioni affidabili".

Nord Italia, trapianti regolari

Spostandosi al Nord, tra Verona, Mantova ed Emilia, anche qui lo scenario è di relativa stabilità:
"Le superfici dovrebbero restare stabili rispetto agli ultimi anni. I trapianti sotto serra sono proseguiti senza intoppi, mentre quelli in campo aperto, sotto tunnellino, entreranno nel vivo a fine mese e si susseguiranno fino a fine giugno, inizio luglio. È chiaro che il maltempo potrebbe creare sfasamenti, ma per ora siamo nei tempi."

Dal punto di vista varietale, Cagna annuncia un piccolo aggiornamento nelle scelte produttive:
"Aumenteremo le superfici dedicate al melone liscio e al Dino, mentre il resto dell’assortimento varietale resterà invariato."

Ma le vere criticità del comparto restano ben note: "Dopo le problematiche fitosanitarie, la carenza di manodopera è la principale emergenza che affrontiamo. È un problema cronico, destinato a persistere. Il lavoro in campagna è stagionale, dura 4-6 mesi e richiede impegno fisico, per cui non è percepito come attrattivo. Cerchiamo di trovare soluzioni, ma non è semplice."

Investimenti nella IV gamma: meno manodopera, più automazione

Sul fronte degli investimenti, Agricola Don Camillo punta sulla tecnologia e sull’automazione con un nuovo progetto: "Stiamo completando il nuovo magazzino per la IV gamma, che sarà operativo a metà maggio. Si tratta di una struttura all’avanguardia, altamente meccanizzata e robotizzata, che richiederà meno personale grazie all’automazione. Siamo partiti un po’ in ritardo su questo fronte, ma ora siamo allineati con i migliori standard del settore. Credo molto in questo progetto: la domanda di prodotti ad alto contenuto di servizio è in forte crescita e siamo pronti a cogliere questa opportunità."

Per maggiori informazioni

Simona Parenti
Account Manager Anguria e Melone Nord
Angelo Vitiello
Account Manager Melone e Anguria Centro-Sud

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Tutto ciò che facciamo lo facciamo per amore dell'agricoltura, un'attività fondamentale per fornire una quantità sufficiente di cibo sano e conveniente a una popolazione in rapida crescita, riducendo al contempo gli impatti ambientali. Ecco perché abbiamo instaurato collaborazioni con partner ed esperti per integrare i criteri di sostenibilità in tutte le decisioni aziendali. Con 944 milioni di euro nel 2023, continuiamo a investire in una solida filiera di ricerca e sviluppo, associando a una mentalità innovativa l'azione pratica sul campo. Le nostre soluzioni sono studiate appositamente per i diversi sistemi di coltura. Unendo sementi e requisiti agronomici, prodotti fitosanitari, strumenti digitali e approcci sostenibili, puntiamo a offrire i migliori risultati possibili ad agricoltori, coltivatori e tutti gli altri soggetti interessati che operano nella filiera. Con i nostri team di laboratorio, quelli attivi sul campo, negli uffici e in produzione, facciamo tutto il possibile per creare un futuro sostenibile per l'agricoltura. Nel 2023 il nostro reparto ha generato vendite per 10,1 miliardi di euro. Per maggiori informazioni, visitate www.agriculture.basf.com o i nostri canali social. 

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Ultimo aggiornamento25 marzo 2025